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FRANCIA - Bretagna e Normandia
 
 
" 1944 - 2025 : 81 anni dopo "
Bretagna, terra dalle tante anime: paesaggi irreali modellati dalla forza dell’oceano che si alternano a calette di sabbia finissima bagnate da acque turchesi; scogliere selvagge ed iconici fari che severi sorvegliano incredibili maree; borghi medievali, siti archeologici, foreste e lagune.
E la Normandia, un viaggio sulle tracce della storia recente, per un'esperienza unica in occasione della commemorazione dello Sbarco. Tra enormi spiagge che 81 anni fa furono protagoniste di una delle pagine più importanti e sanguinose della storia contemporanea e villaggi in festa nel ricordo di chi ha combattuto per la libertà.



Mercoledì 14 maggio - Partiamo in tarda mattinata, in una bella giornata soleggiata ed utilizzando le autostrade A4 e A32 ci dirigiamo verso Susa. Abbiamo preventivato di entrare in territorio francese attraverso il colle del Monginevro ed è proprio lo spartiacque del confine di stato a segnare un netto cambio di meteo: il cielo italiano, terso e luminoso, cede il passo a un grigiore plumbeo e da Briançon fino a Grenoble, è un susseguirsi di rovesci temporaleschi. Dopo essere incappati in una lunga coda per lavori lungo la D1091 che ci fa perdere un'ora, superata Grenoble, il cielo si apre nuovamente e con il meteo in costante miglioramento, percorrendo strade dipartimentali (D519), raggiungiamo l’area sosta comunale di Boulieu lès Annonay, prima tappa verso Bretagna e Normandia che ritorniamo a visitare dopo esserci stati diversi anni fa.

Giovedì 15 maggio - Dalla vicina Bourg Argental entriamo nel parco naturale regionale del Pilat, vasta area verde tra il Rodano e la Loira, ed attraverso un paesaggio di pendii collinari e pascoli che si alternano a fitti boschi di abeti e faggi, saliamo lungo la D1082, ai 1161 metri del Col de la République, valico che collega l’Ardeche con Saint-Étienne. Percorrendo la strada dei vulcani, attraversiamo un altro territorio spettacolare, quello del parco naturale regionale del Livradois - Forez che ci porta a Clermont Ferrand attraverso una Francia diversa, rurale, quella dei vulcani spenti che giacciono sotto colline ondulate. Con il profilo del Puy de Dôme che ci accompagna mentre attraversiamo la campagna del Limousin, proseguendo su strade dipartimentali in un susseguirsi di piccoli e graziosi borghi, come Aubusson, Bourganeuf ed Ambazac, arriviamo nel tardo pomeriggio a Nieul, in tempo per concludere la giornata con una piacevole passeggiata per le vie del paese ed ai giardini del castello.

Venerdì 16 maggio - Passiamo nuovamente nei pressi del castello per recarci alla prima meta della giornata, l’invitante boulangerie, situata in centro al villaggio, dove acquistiamo pane fresco e sfiziose tortine alle fragole. Ritornati al camper ci rimettiamo in viaggio e percorrendo la D28, strada dipartimentale che attraversa la campagna aquitana, raggiungiamo Oradour sur Glane. Oltrepassare il museo e varcare la soglia del villaggio martire è come entrare in un'altra dimensione, dove il tempo si è fermato al 10 giugno 1944, giorno in cui le SS tedesche uccisero per rappresaglia 643 persone tra uomini, donne e bambini ed incendiarono l’intero paese. Camminiamo per le vie del borgo tra case sventrate e carcasse di automobili arrugginite, in un silenzio quasi surreale tra le poche persone presenti; qui ogni pietra, ogni oggetto racconta la tragedia di un intero paese, diventato area commemorativa in ricordo delle vittime dell’eccidio. Dopo oltre due ore di visita, riprendiamo il camper e percorrendo la superstrada N141, raggiungiamo La Rochefoucauld en Angoumois, dove ci rechiamo a vedere l’imponente castello eretto nel XIV° secolo su uno sperone roccioso da cui domina il paese. Oltrepassate le mura, giriamo per il vasto prato antistante, da cui, oltre ad ammirare la struttura elegante del maniero, si gode di una vista panoramica sul borgo e sul Tardoire, il fiume sottostante. Dopo un altro lungo trasferimento attraverso la campagna, raggiungiamo Saint Porchaire dove è nostra intenzione visitare il castello di Roche Courbon, fortezza trasformata in un elegante residenza rinascimentale nel XVII° secolo, circondata da giardini alla francese, che attraversiamo prima di accedere all’interno per una visita guidata interamente dedicata a noi, unici visitatori. Essendo una proprietà privata e vivendo i proprietari in un’ala del palazzo, ne possiamo vedere solo una parte: al piano terreno, abbiamo modo di visitare oltre alle cucine, un paio di saloni arredati ed al piano superiore, le sale da letto. Terminiamo la visita, inoltrandoci nella foresta millenaria che circonda il maniero, per vedere nella valle del Bruant, alcune grotte preistoriche che furono abitate dall'uomo fin dall’era paleolitica.

Sabato 17 maggio - Dalla campagna, percorrendo strade secondarie che attraversano campi coltivati a frumento e a granoturco ci portiamo sull’oceano, a Marennes, uno dei maggiori centri per l’ostricoltura. Seguiamo il canale al termine del quale si giunge al piccolo porto e dopo aver parcheggiato alla Citè de l’Huitre, museo dedicato alle ostriche, a piedi ci dirigiamo verso l’oceano; la marea incredibilmente bassa, ritirandosi, ci svela un paesaggio grigio e fangoso, da cui emergono le gabbie metalliche degli allevamenti. Ripreso il camper, percorrendo la superstrada ci spostiamo ad Angoulins dove a Pointe de la Belette ci rechiamo a vedere le carrelets, palafitte da pesca che ricordano molto i trabucchi del Gargano. Sospese su lunghi pali di legno, a causa della marea molto bassa sono completamente all'asciutto; sulla vicina spiaggia parecchie persone prendono il primo sole d’estate e tante altre si godono le specialità di mare proposte dai ristoranti. Nel pomeriggio, percorrendo una stradina a ridosso della costa raggiungiamo La Rochelle, capoluogo della Charente Maritime. Trovato posto in campeggio, ci incamminiamo verso il centro; passiamo per il porto turistico dove due torri massicce, la Tour de la Chaîne e la Tour de Saint-Nicolas, si fronteggiano sulle sponde del porto-canale, sentinelle a protezione del porto dal XIV° secolo, ultime vestigia di antiche fortificazioni medioevali. Passando per quai du Carenage raggiungiamo il magnifico palazzo del Municipio, simile ad un castello fortificato dalla facciata decorata e passeggiando sotto i portici delle centrali rue du Palais e rue Chaudrier, raggiungiamo la piazza dove si trovano lo storico caffè de la Paix, splendido locale con arredi d'epoca che sembra essersi fermato al tempo in cui lo frequentava lo scrittore George Simenon e la vicina cattedrale di Saint Louis, che seppure imponente non ci pare particolarmente suggestiva. Ritornando verso il porto passiamo sotto l'imponente arco della Grosse Horloge, l'antico ingresso della città e dopo un ultimo sguardo alla Porta dei due mulini ed alla torre de la Lanterne, che con il sole che inizia a calare, assumono una colorazione dorata, rientriamo al camper.

Domenica 18 maggio - Percorrendo la tangenziale di La Rochelle ci dirigiamo al ponte a pedaggio, punto di ingresso di una delle nostre mete odierne: l’isola di Ré. Essendo domenica, non siamo gli unici ad aver avuto questa idea, c’è infatti molto traffico, dovuto a coloro che vista la bella giornata di sole, hanno deciso di trascorrere la giornata al mare. Decidiamo di percorrere l’Ile de Rè in tutta la sua lunghezza per raggiungere la punta estrema dell’isola dove si erge, con i suoi cinquantasette metri, il Phare des Baleines. Passeggiamo nel piccolo parco che lo circonda, dove, oltre al faro, costruito nel 1854 vediamo anche la vecchia torre di Vauban, oggi museo ed in origine fortificazione a protezione del porto di Rochefort e punto di osservazione per il traffico marittimo. Nel pomeriggio, iniziamo il viaggio di ritorno; optiamo per la strada che si snoda lungo la costa orientale dopo aver percorso stamane quella occidentale e giunti nei pressi di La Flotte, lasciato il camper, ci incamminiamo lungo il sentiero che si snoda lungo la costa trasformata dalla bassa marea in un'immensa spiaggia. Accompagnati dal gracchiare dei gabbiani, raggiungiamo prima il solitario Fort La Prée, costruito nel 1625 con pietre provenienti dalle rovine dell’abbazia e poi, i resti del complesso abbaziale des Chateliers, costruito dai monaci cistercensi nel 1156, che emerge dai campi di grano mossi dal vento. Lasciamo l'azzurro dell'oceano, ed utilizzando la superstrada N11 raggiungiamo il parco del Marais Poitevin per raggiungere un mondo d’acqua diverso: un labirinto di canali e lagune in cui la luce filtra a fatica tra la fitta vegetazione e dove ci rechiamo a vedere le chiuse di Bazoin, create per regolare la vita lungo i canali, dove nascoste dalla vegetazione vediamo vecchie case coloniche, alcune delle quali tuttora abitate. Percorsi pochi chilometri raggiungiamo le rovine di un'altra abbazia, quella di Maillezais; ciò che resta del complesso religioso, è un unico, imponente muro perimetrale che si staglia contro il cielo.

Lunedì 19 maggio - Percorrendo la N137, in cui sono presenti tratti di superstrada, arriviamo a Nantes. A piedi ci spostiamo per il centro storico ed attraversando passage Pommeraye, elegante galleria coperta, costruita su tre piani con colonne, statue, vetrate e strutture in ferro battuto in stile liberty, raggiungiamo place Royale dominata da una fontana monumentale. Proseguendo attraverso il dedalo di viuzze del quartiere medioevale di Bouffay ci rechiamo alla Cattedrale, opera di architettura gotica, di cui possiamo solo ammirare la facciata, essendo la chiesa ancora chiusa dopo il devastante incendio del 2020. Pochi passi ed eccoci al castello dei duchi di Borgogna, edificio in stile neo-classico costruito tra il XIII° ed il XV° secolo, dove, oltrepassato il ponte levatoio e le massicce mura che contrastano con le residenze rinascimentali che si affacciamo sulle corti interne, accediamo al camminamento di ronda. Utilizzando l’autostrada N165 ci portiamo verso la costa per raggiungere Saint Nazaire. Nell’arrivare passiamo di fronte agli stabilimenti Airbus dove vediamo sui piazzali, parti di carlinga degli aerei pronte per essere assemblate; qualche centinaio di metri e ci troviamo di fronte ad un colosso di cemento armato, la possente ed enorme costruzione, tipico edificio bellico tedesco che durante la seconda guerra mondiale era la base degli U-Boot nazisti. Attraversato l'imponente ponte di Saint-Nazaire, approdiamo a Saint-Brevin les Pins, dove ci rechiamo a vedere “Le serpent d’ocean”, un'opera d'arte creata da un artista cinese, destinata a essere inghiottita e poi restituita dall'oceano, a seconda dell’andamento delle maree. La vediamo con la bassa marea e dalla sabbia ci appare lo scheletro metallico di un immenso, lungo rettile. Ripercorriamo in senso contrario il ponte di Saint-Nazaire che con i suoi tre chilometri e mezzo è il più lungo di Francia ed utilizzando la superstrada raggiungiamo il parco naturale di Marais de Brière, seconda palude di Francia dopo la Camargue. Ci fermiamo a Breca per ammirare le chaumières, caratteristiche case dalle spesse pareti in pietra e terra con il tetto di canne e poi a Kerfeuille, per vedere canali e lagune che si diramano in un’immensa torbiera, parte integrante del parco. Ultima tappa a Le Guerno dove visitiamo l'antica chiesa in pietra dei Templari dalla volta in legno a forma di chiglia di nave rovesciata.

Martedì 20 maggio - A metà mattino lasciamo Le Guerno e lungo le strette strade della campagna bretone ci portiamo a Rochefort en Terre, considerato uno dei più bei borghi di Francia, grazie alle tipiche case in pietra adornate da fiori ed insegne in ferro battuto, su cui aleggia un'atmosfera d’altri tempi. Il paese molto bello, è purtroppo vittima del suo stesso fascino, con una miriade di negozi, bar, ristoranti e locali pubblici che si affacciano nelle vie principali. Fortunatamente, oggi è una giornata non troppo affollata e possiamo visitare con tranquillità, la collegiata di Notre Dame ed il castello che domina il villaggio. Eretto nel XII° secolo, venne ricostruito nel XVII°, ma è all’inizio del XX° secolo che ha una seconda rinascita grazie ad un pittore americano, Alfred Klots, che lo trasforma in un punto di incontro per artisti. Nel pomeriggio ci spostiamo alla vicina Questemberg, altro piccolo borgo molto piacevole in cui ammiriamo un capolavoro di ingegneria medioevale: le Halles, imponente mercato coperto con una struttura interamente in legno con travi ad incastro, tenute insieme da perni e chiodi in legno. Costruite nel 1521, le Halles sono state per secoli il fulcro dei commerci e della vita cittadina ed ancora oggi vengono utilizzate per il mercato settimanale. Approfittando della bella giornata ci spostiamo a Vannes. Parcheggiamo all’altezza della gare Maritime e a piedi camminando lungo il porto-canale raggiungiamo il centro storico. Entriamo, varcando la porta di Saint Vincent nel nucleo più antico della città, un labirinto di stradine acciottolate, in cui ammiriamo splendide case a graticcio colorate. Ci rechiamo alla cattedrale di Saint Pierre costruita sui resti di un’antica chiesa romanica, dove però sono in corso lavori di restauro per cui possiamo visitare solo l’altare ed il coro. Terminiamo la visita costeggiando le antiche mura con i torrioni perfettamente conservati, circondati da rigogliosi e curatissimi giardini che ospitano ancora i vecchi lavatoi e transitando di fronte al castello de l’Hermine facciamo ritorno al camper.

Mercoledì 21 maggio - Ci dirigiamo a Carnac ed ai suoi celebri allineamenti megalitici, per un salto indietro nel tempo, in un'epoca ancora avvolta dal mistero. Ci fermiamo lungo la strada a vedere gli allineamenti di Kerlescan e di Kermario con migliaia di menhir piantati nel terreno, per poi raggiungere il centro informazioni di Menec dove assistiamo alla proiezione di un video in cui viene narrata e spiegata la storia dei siti megalitici, pur senza chiarire il mistero del loro scopo. Tra un piovasco e l'altro, tipico del meteo bretone, riusciamo a passeggiare tra i giganti di pietra di Kerzerho, i più imponenti dell’intero complesso di menhir di Carnac. Nel pomeriggio ci spostiamo nella vicina Saint Cado e a piedi visitiamo l’isola su cui sorge il minuscolo villaggio collegato alla terraferma da un ponte di epoca medioevale che serviva anche da molo per i pescatori di sardine. Visitiamo le poche case del borgo e la chiesa romanica dedicata a St. Cado, ma la nostra attenzione viene catturata da un isolotto su cui sorge una casetta solitaria: la dimora in cui viveva il custode delle coltivazioni di ostriche nel 1900. Sotto un cielo carico di nubi nere, ci spostiamo lungo la costa ed oltrepassata Lorient ci fermiamo a Guidel, di fronte ad una bella baia con una lunga spiaggia sabbiosa.

Giovedì 22 maggio - Ieri, dopo aver parcheggiato, abbiamo concluso la giornata con una piacevole passeggiata lungo la costa per raggiungere il forte di Loch, fortezza costruita per difendere dagli attacchi inglesi il porto di Lorient e che oggi fa parte del parco naturale degli stagni del piccolo e grande Loc’h, lagune situate nell’immediato entroterra, rifugio per molte specie di uccelli durante la migrazione. Ci spostiamo a Pont Aven, borgo di case affacciate sul fiume omonimo, in cui soggiornò e trovò ispirazione Paul Gaugin. Oggi, passeggiare per le vie del villaggio significa immergersi in un tripudio di gallerie d’arte, di studi di artisti e di atelier di artigiani, dotati di estro e fantasia, che fanno rivivere lo spirito bohémien di fine ‘800. Lasciato il piccolo borgo che ha mantenuto una profonda tradizione artistica ci rechiamo a Concarneau per visitare la famosa "Ville Close", cittadella fortificata che sorge su una piccola isola nella baia. Interamente circondata da mura è una meta turistica molto gettonata con ristoranti tipici, bar, negozi di artigianato locale, in cui i turisti si accalcano, affollando anche le strette vie lastricate della cittadella. Proseguendo lungo strade dipartimentali ci spostiamo a Quimper, capoluogo del Finistère, dove visitiamo il centro storico in cui numerose sono le case a graticcio. Visitiamo anche l'imponente cattedrale dedicata a San Corentin, capolavoro del gotico bretone, che difficilmente passa inosservata, per via delle guglie gemelle, che raggiungono i settantacinque metri di altezza. Quindi rimessici in viaggio puntiamo prima su Plohuinec e quindi sulla costa per raggiungere Plogoff e la Pointe du Van. Per la notte, ci spostiamo un poco oltre, a Pointe de Brezellec. Parcheggiato il camper, facciamo una passeggiata lungo il sentiero costiero che passa alto sulle scogliere, con il sole che inizia a calare, arrossando il cielo e le acque dell’oceano.

Venerdì 23 maggio - Ci spostiamo dal parcheggio di capo Brezellec a quello di Pointe du Van, punto di partenza del trekking lungo il sentiero costiero GR34 che dalla punta di Van ci porta, in un continuo sali e scendi lungo i pendii dei promontori rocciosi della costa, a toccare la piccola ed isolata cappella di St. They, per poi scendere verso la spiaggia della baia des Trépassés ed infine risalire verso la meta finale, la celebre Pointe du Raz. Oltrepassato il faro ci portiamo verso l’estremità della scogliera dove si erge il monumento dedicato a Nostra Signora dei Naufraghi ed al punto panoramico da cui si possono vedere i due fari costruiti sugli scogli davanti alla punta, a sfidare nei giorni di tempo avverso, la forza dell’oceano. Dopo uno spuntino alla creperie del faro intraprendiamo il cammino di ritorno lungo un percorso più corto e più diretto, che ci porta direttamente al parcheggio; ripreso il camper ci spostiamo a Locronan, bel borgo ormai molto frequentato dal turismo, con le vecchie case in granito perfettamente conservate che nella piazza centrale creano un'atmosfera unica. Visitiamo sia la semplice e spoglia cappella di Notre Dame de Bonne Nouvelle, sia la più ricca chiesa di Saint Ronan, in cui è presente un retablo ed un bel pulpito con medaglioni decorati; entrambe sono però custodi anche di due belle ed antiche sculture raffiguranti la Pietà. Nel recarci verso Crozon, ci fermiamo strada facendo, a visitare la cappella di Sainte Marie a Menez Hom che custodisce un enorme ed elaboratissimo retablo, un capolavoro di intaglio ligneo recentemente restaurato, di una bellezza ed una complessità incredibili, così come molto bello è anche il calvario posto nel giardino a fianco della chiesa.

Sabato 24 maggio - Lasciato il campeggio di Goulien ci rechiamo a vedere Pointe de Dinan, imponente arco di roccia scolpito dal vento e dalle maree, un ponte naturale che si tuffa nell'azzurro dell'oceano. Poco dopo raggiungiamo Camaret sur Mer e dopo aver parcheggiato, ci immergiamo nell'atmosfera del porto per vedere la chiesa e la torre Vauban che vegliano sul cimitero delle barche, così chiamato per la presenza di vecchi pescherecci in legno adagiati sulla sabbia, consunti dal tempo e dalla salsedine. Proseguiamo a piedi, per un trekking che ci porta al complesso fortificato della batteria di Kerbonn, un labirinto di casematte e postazioni difensive in cui è stato allestito un piccolo museo in ricordo delle battaglie navali avvenute nell’oceano durante la guerra, al cui cospetto sono state poste come monumenti e silenziosi testimoni, una serie di vecchie gigantesche ancore arrugginite. Ritornati al camper ci spostiamo alla Pointe de Penhir dove sorge un imponente memoriale dedicato ai caduti bretoni della seconda guerra mondiale e da cui è possibile godere della bella veduta sulle scogliere che qui sono lame di roccia che si gettano a picco nel mare tra i faraglioni. Meta successiva sono il forte e la punta degli Spagnoli, un punto strategico che fronteggia la città di Brest, visibile in lontananza dall'altra parte della baia. Per raggiungerla compiamo un lungo giro attorno alla grande baia e lungo il percorso ci fermiamo a Le Faou per visitare la chiesa di St. Sauveur, caratterizzata da un altare maestoso, con un retablo in legno così ricco e dettagliato da rivaleggiare con quello ammirato ieri nella chiesa di Menez Hom. Molto belle le case dai tetti spioventi risalenti al XVI° secolo, sia a graticcio, sia con le facciate rivestite di ardesia lavorata, fatto questo, che, oltre a rendere originale ogni abitazione, fa di Le Faou, una delle poche località bretoni ad aver conservato questo tipo di dimore. Oltrepassata Brest, città portuale con grandi basi militari che a parte il castello non sembra essere particolarmente invitante, puntiamo al caratteristico faro di Petit Minou, che si erge su uno sperone di roccia affiancato da una torre a cui giungiamo attraversando un suggestivo ponte in pietra, dopo aver superato un vecchio bunker della seconda guerra mondiale.

Domenica 25 maggio - I fari ed i panoramici luoghi in cui sono stati eretti, sono alcuni dei punti focali a cui ci indirizzeremo nella giornata odierna. Lasciata la quiete del parco municipale di Locmaria-Plouzané, in cui si trova l’area sosta, puntiamo verso Pointe Saint Mathieu, per vedere il faro che si erge maestoso accanto alle rovine dell’antica abbazia di Saint Mathieu ed alla cappella di Notre Dame des Graces. Una posizione molto particolare dovuta alla presenza di un paio di fari, di una torretta militare e delle rovine dell’abbazia, di cui oggi rimangono la facciata romanica, le volte in pietra del coro e le arcate della navata, che ci riportano con la mente a quella di San Galgano. Continuando lungo la strada costiera passiamo per Le Conquet diretti al faro di Kermorvan. Lasciato il camper, ci incamminiamo verso il faro, costruito nel 1849 con blocchi di granito, che solitario si erge aggrappato all'estremità della scogliera a cui si accede tramite un piccolo ponte. Proseguendo lungo la costa nord della penisola di Finistere, facciamo un paio di soste: la prima, alla cappella di Saint Samson costruita nel 1785, in una fantastica posizione sul mare, accanto ad antiche croci celtiche in un punto che si ritiene fosse già un luogo di culto nell’antichità e la seconda al punto panoramico da cui si vede in lontananza il faro dell’ile Vierge, il più alto d’Europa. Ultima tappa della giornata Menez Ham, un villaggio d’altri tempi, con le case dai tetti ricoperti di paglia, incastonate tra enormi massi di granito, un tempo, caserme per i doganieri incaricati di fermare i pilleurs d'épaves, coloro che per secoli avevano vissuto recuperando merci e cadaveri dai naufragi ed oggi trasformata in museo a cielo aperto con esposizioni di lavori di artigiani e sale per la visualizzazione di audiovisivi che narrano le vicende e la storia del posto, da quando i locali recuperavano illegalmente le merci, all’insediamento dei doganieri ed in ultimo, l’occupazione tedesca che ne fece una postazione fortificata.

Lunedì 26 maggio - Con il cielo ancora carico di nuvole dopo la pioggia di questa notte, lasciamo la costa per addentrarci nuovamente verso l’interno ed entrare nel cuore più intimo e segreto della Bretagna. Percorrendo strade secondarie che attraversano la campagna bretone, ci rechiamo nella zona dei calvari e degli enclos paroissiaux, i recinti parrocchiali in pietra che racchiudono al loro interno la chiesa, il cimitero, l’arco, l’ossario ed il calvario. Iniziamo da Lampaul dove la chiesa ci accoglie con un'incredibile galleria di antiche statue di Santi scolpite nel legno ed un calvario che ben rappresenta la complessità di queste opere nate per istruire e meravigliare i fedeli, per proseguire con quella di Guimilau; entrambi questi villaggi hanno chiese molto simili, in stile bretone a tre navate e con 3-4 altari con retablo nella parte absidale. Continuando nel nostro pellegrinaggio tra i capolavori della fede bretone, passiamo per Commana dove ci sono una chiesa ed un calvario che troviamo meno interessanti delle precedenti vuoi anche per le statue scolpite da un artista meno bravo di quello delle chiese precedenti. Nel pomeriggio ci spostiamo nel parco naturale d’Armorique e ci fermiamo a Huelgoat, un luogo dove la realtà sembra cedere il passo alla leggenda. A piedi entriamo nella foresta per vedere colossali massi granitici dalle forme arrotondate, dovute a fuoriuscite di magma solidificato e modellato nei millenni dagli agenti atmosferici. Sicuramente molto particolare l’inizio del percorso di quello che viene chiamato il ”Chaos”, un ammasso surreale di rocce ciclopiche accatastate l’una sull’altra a cui segue la Grotta del Diavolo, accessibile grazie una stretta scala che porta ad un anfratto umido dove un torrente scorre impetuoso tra le pietre. Camminando lungo lo stesso torrente in mezzo ad un bel bosco tra continui enormi massi raggiungiamo la Roche Tremblante, grosso masso in bilico sul terreno che oscilla se mosso da una persona; le Champignon, altro insieme di massi che ricordano un fungo, per terminare con un altro gruppo di massi che formano quasi una caverna, la grotta d’Artus. Ripreso il camper raggiungiamo Saint Thegonnec per vedere un ultimo, magnifico enclos paroissiaux che racchiude la chiesa, il calvario ed un interessante ossario che nella cripta ospita una Deposizione lignea di Cristo di rara intensità, risalente al 1600/1700.

Martedì 27 maggio - Ci spostiamo a Morlaix per visitare il centro storico sovrastato dall’imponente, ottocentesco viadotto ferroviario uscito miracolosamente indenne dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Percorrendo place Cornic passiamo davanti ad una delle numerose opere di street art presenti in città per dirigerci alla scalinata che conduce al passaggio più basso del viadotto ferroviario, riservato ai pedoni, che permette di avere una splendida vista sul porto e sui tetti del centro città e di raggiungere il quartiere storico dove si trova la chiesa di Saint Melanie, costruita alla fine del XV° secolo, il cui interno ricalca quello di altre chiese bretoni visitate. Proseguiamo per la Grand Rue e per le venelles, i vicoli acciottolati della parte più vecchia della città ammirando le facciate a graticcio delle case, tra cui spicca quella, celebre, della Duchessa Anna. Ripreso il camper percorrendo ove possibile la strada costiera raggiungiamo Tregastel. Con il meteo finalmente più clemente decidiamo di effettuare i due trekking previsti in uno dei tratti di costa più famosi di Francia: la Costa di granito rosa. Iniziamo con il periplo della penisola di Renote, incamminandoci lungo il sentiero che si snoda tra rocce dalle forme bizzarre e calette nascoste, rese ancora più ampie dalla bassa marea, dove possiamo ammirare gli enormi blocchi di granito rosa che caratterizzano questa zona costiera della Bretagna. Anche i colori sono incredibili: il rosa della roccia, il turchese dell'acqua, il verde della vegetazione. Un breve spostamento in camper a Ploumanach e ci incamminiamo per il secondo trekking, lungo il celebre sentiero dei Doganieri. A piedi ci dirigiamo dapprima alla cappella di Saint Guerec eretta su uno scoglio che con l’innalzamento della marea è ormai circondata dall’acqua, per poi proseguire lungo il sentiero costiero ed effettuando il periplo del promontorio arrivare al faro di Mean Ruz, ricostruito al termine della guerra in granito rosa dopo che quello ottocentesco era stato distrutto dalle truppe tedesche ed il cui colore contrasta con il blu di un mare reso impetuoso dal forte vento, con le onde che si infrangono in modo spettacolare e violento contro le rocce.

Mercoledì 28 maggio - A metà mattino ci rimettiamo in marcia e proseguendo lungo la strada costiera, dopo aver attraversato Perros Guirec e Trelevern, ci dirigiamo alla prima meta della giornata: Plougrescant, dove vediamo l’iconica e fotografatissima casetta di Castel Meur incastrata tra due enormi rocce, per poi proseguire dopo aver visto la bizzarra guglia inclinata della cappella di Saint Gonery, alla volta di Tréguier. Dopo esserci recati al mercato ed alla passerella di Saint Francois che attraversa il fiume in secca per la bassa marea ci dirigiamo nel delizioso centro storico dove numerose sono le case a graticcio e dove visitiamo la cattedrale dedicata a St. Tugdual, edificata all’inizio del XII° secolo, con una guglia traforata che si eleva dal tetto. Ci spostiamo all’abbazia di Beauport di cui restano solo alcuni muri perimetrali, quasi un fantasma di pietra affacciato sul mare. Vediamo dall’esterno l’antica chiesa, di cui si possono ancora osservare le navate e la facciata con la vegetazione che si sta riappropriando degli spazi, un tempo, dedicati alla preghiera. Passati da Paimpol, proseguiamo lungo la costa fino a Plouha dove vorremmo visitare la cappella Kermaria, per ammirare i famosi affreschi che raffigurano una danza macabra, ma che troviamo chiusa essendo visitabile solo su appuntamento. Ci lasciamo alle spalle la costa e affrontando l’intenso traffico della strada nazionale, proseguiamo lungo la dipartimentale, verso cap Fréhel, fermandoci qualche chilometro prima, all’area sosta municipale di Plevenon.

Giovedì 29 maggio - Ci spostiamo nel parcheggio di Fort La Latte, da cui parte uno dei trekking bretoni più spettacolari quello che collega la fortezza, costruita su un promontorio roccioso della Cote d'Armor a strapiombo sull’oceano, a Cap Fréhel. Ci incamminiamo, quasi da soli, lungo il sentiero costiero GR34 che si snoda sulle scogliere di un promontorio selvaggio interamente ricoperto di brughiera; un percorso quasi sempre pianeggiante, che presenta tratti dal fondo in terra ed altri dal fondo roccioso. Raggiungiamo Cap Fréhel dove si erge il faro omonimo che imponente si staglia nel cielo; per il ritorno utilizziamo lo stesso percorso trovandoci però immersi in un'altra realtà. Essendo oggi giorno festivo per la ricorrenza dell’Ascensione, il sentiero è ora una processione di persone che lo percorrono in entrambe le direzioni ed il parcheggio, in origine semi-vuoto, è al nostro ritorno strapieno. Nel pomeriggio, visitiamo il castello di Fort La Latte, conosciuto anche come Chateau de la Roche Goyon dal nome degli antichi proprietari, fortezza medioevale costruita nel XIV° secolo. Oltrepassati i ponti levatoi giriamo per le corti interne salendo anche sul torrione centrale dove la vista è spettacolare e spazia su tutta la costa che abbiamo percorso a piedi. Decidiamo di proseguire in camper lungo la costa di Smeraldo, ma la strada costiera passa purtroppo lontano dal mare, a cui si giunge solo in prossimità dei villaggi o delle diverse enormi spiagge, rese ancora più estese dalla bassa marea. Passando per Saint Cast Le Guildo, Ploubalay e St. Briac ci dirigiamo a Dinan ed avvicinandoci alla città cerchiamo una piazzola in un paio di campeggi che però risultano essere al completo; solo al terzo tentativo troviamo posto al camping Beausejour di Saint Samson sur Rance.

Venerdì 30 maggio - Costeggiando il porto fluviale saliamo a Dinan, borgo dall’impronta medioevale perfettamente conservato. Ci dirigiamo nella città vecchia dove ci sono un centinaio di belle case a graticcio, molte delle quali, anche le più antiche, ospitano ristoranti, bar e negozi. Camminando per le vie del centro storico affollate di turisti, ci rechiamo a visitare la chiesa di Saint Malo e la bella basilica di Saint Saveur, costruita tra il XII° ed il XVI° secolo, per poi raggiungere la ripida rue du Jerzual. In epoca medioevale era la porta d’accesso al borgo oltre che la via commerciale più importante; oggi, è la strada più pittoresca della città, grazie ai numerosi edifici d’epoca che ospitano botteghe artigiane. Proseguiamo lungo rue de l’Horloge per vedere la torre omonima, l’edificio più alto della città costruito nel XV° secolo, e conosciuto per il suo orologio, datato 1502, uno dei meccanismi più antichi d’Europa, per concludere la visita al castello, risalente al XIV° secolo, che vediamo dall’esterno. Nel pomeriggio ci rimettiamo in viaggio alla volta di St. Malo. Ci rechiamo in città ma non trovando uno stallo libero, ripieghiamo sul parcheggio periferico di rue Feval, collegato al centro da un servizio navetta gratuito. In una decina di minuti siamo nel centro storico e varcate le mura di "Intra Muros", veniamo letteralmente travolti da una marea umana. Cerchiamo di percorrere alcune delle affollatissime vie centrali per poi spostarci ai bastioni d’Hollande e dirigerci lungo le mura verso il castello. Anche qui una marea di gente e tantissime persone in spiaggia a prendere il sole, a giocare o anche a fare il bagno. Per la ressa non riusciamo ad apprezzare la bellezza austera di palazzi e fortificazioni e decidiamo di ritornare al parcheggio utilizzando la navetta gratuita. La coda per l’attesa è veramente lunga e riusciamo a salire solo sul quarto autobus dopo un’attesa di circa un’ora. Ripreso il camper raggiungiamo Cancale, la capitale delle ostriche, e a piedi dopo essere passati di fronte alla chiesa scendiamo verso il porto. Molta gente pure qui, turisti che approfittando del lungo ponte dell’Ascensione, affollano bar e ristoranti del lungomare. Anche noi come i vacanzieri locali, ci concediamo un assaggio di ostriche freschissime presso uno dei banchetti degli ostricoltori locali per poi recarci a cena in uno dei tanti locali del lungomare.

Sabato 31 maggio - Ci spostiamo a Pointe du Grouin, distante solo pochi chilometri, promontorio da cui si scorge in lontananza la sagoma inconfondibile di Mont Saint Michel. C’è già parecchia gente a passeggio ed anche noi ci incamminiamo lungo la costa per raggiungere la punta. Ritornati al camper ci dirigiamo verso Mont St. Michel e consci dell’affollamento che potremmo trovare, prima di recarci in un'area sosta, passiamo dai parcheggi per valutare la situazione; sono stracolmi, con una fiumana di persone che si dirige a piedi verso l'abbazia. Avendolo già visitato in un precedente viaggio, decidiamo di lasciare perdere e dopo aver visto il mulino di Moidrey, costruito nel 1806 e tuttora in funzione, proseguiamo nel viaggio. Percorrendo strade dipartimentali ci spostiamo a Coutances. Vediamo che anche qui c’è molta animazione ed i parcheggi sono pieni ma con un colpo di fortuna prendiamo il posto di un altro camper che se ne sta andando. Scopriamo presto il motivo: è la settimana in cui si tiene il festival "Le Jazz sous les pommiers". Ci incamminiamo verso il centro e per prima cosa ci rechiamo a visitare la cattedrale; imponente e molto bella venne costruita in stile gotico normanno nel XIII° secolo sul sito di una antica chiesa romanica. Facciamo un giro per la piazza occupata da un tendone per gli spettacoli musicali per poi spostarci nei giardini dove in un’altra struttura è in corso un’esibizione. Sul palco un’orchestra composta da dieci saxofonisti che seguono musiche swing e colonne sonore di film. Dopo aver seguito una parte del concerto, lasciamo il paese che si sta riempiendo per le manifestazioni serali e ci spostiamo lungo la costa, a Gouville sur Mer, località balneare, dove sulla spiaggia vediamo una lunga fila di casette colorate, le cabines de plage. Sono tutte della stessa dimensione e con lo stesso aspetto: di colore bianco, ma con i tetti colorati.

Domenica 1 giugno - Lasciata la panoramica area sosta affacciata sull'oceano, ci addentriamo nella campagna del Cotentin, un mosaico di campi di grano che ondeggiano sotto un cielo grigio ed una fitta pioggerellina. Risalendo verso la punta de la Hague, ci fermiamo a Biville per vedere in mezzo alle tante dune selvagge che separano l’entroterra dal mare alcuni reperti bellici risalenti alla seconda guerra mondiale. La prima escursione la facciamo in tarda mattinata, dopo aver parcheggiato il camper alla plage di Biville, per raggiungere un bunker con un bellissimo graffito che ha trasformato la mastodontica struttura in cemento, ancora integra nonostante il lavoro di erosione delle maree, in una gigantesca e magnifica testuggine, una vera opera d’arte, un simbolo di pace che ne ricopre uno di guerra. Nel pomeriggio ci addentriamo nella vasta distesa di dune sabbiose ricoperte da un sottile tappeto di muschio e steli d’erba; grazie alle coordinate reperite on-line la ricerca si rivela più facile del previsto e riusciamo a trovare ciò che resta di tre carri armati americani M4 Sherman, di un grosso camion cingolato e di tre autoblindo Panhard, del periodo post-bellico (gli pneumatici datati 1952, ne sono la prova) in dotazione all’esercito francese; attaccati dalla ruggine e ricoperti di graffiti colorati, riposano tra le dune come scheletri di balene spiaggiate. Oltrepassata la barriera di dune raggiungiamo la spiaggia per vedere altri bunker, tra cui quello di Vasterville, anch’essi ricoperti di graffiti. Dopo aver recuperato il camper, facciamo ancora una breve sosta nel villaggio di Biville e dopo aver visitato la chiesa di Saint Pierre, ci spostiamo ad un punto panoramico in cui è stato eretto un recente calvario e dove si ha una vista che abbraccia l'intera baia e il vasto complesso di dune. Nel tardo pomeriggio ci spostiamo alle alte scogliere di Nez de Jobourg e quindi a Cap de la Hague dove nei pressi di Auderville, il faro di Goury ci accoglie con la sua luce intermittente ed il sole al tramonto.

Lunedì 2 giugno - Lasciato il camper al parcheggio ci incamminiamo in una bella giornata soleggiata verso il faro, entrato in funzione nel 1837 e costruito per il numero impressionante di navi naufragate nella baia; situato su un isolotto al largo della costa della penisola occidentale del Cotentin, lo si può ammirare da lontano, nei pressi del porto di Goury. A metà mattino riprendiamo il camper e lungo la strada costiera ci dirigiamo verso le spiagge dello Sbarco. Dopo soli quattro chilometri effettuiamo una prima sosta al porticciolo di Port Racine uno dei più piccoli di Francia, dove le barche non sono ormeggiate ad una banchina, ma legate a corde sospese che attraversano l'intero specchio d'acqua del porto e a queste vengono assicurate con altre cime che permettono alle imbarcazioni di seguire il ritmo delle maree. Transitiamo per Cherbourg per poi proseguire fino alla spiaggia di Utah Beach, nome in codice di una delle cinque spiagge in cui avvenne lo sbarco sulle coste normanne. Ci fermiamo per vedere i monumenti posti nei pressi del museo circondati da turisti ed appassionati in divise dell'epoca, con vecchie Jeep e sidecar Zundapp e Bmw degli anni della guerra, che in un attimo ci catapultano al lontano 1944. La meta successiva è il cimitero militare tedesco di La Cambe che in un silenzio irreale ospita i resti di oltre ventunomila soldati; croci scure e piccole lapidi a terra riportano i nomi dei caduti: leggiamo nomi e date di nascita, tante sono di ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 20 anni, che morirono durante lo sbarco alleato o nei successivi combattimenti. Concludiamo la giornata a Pointe du Hoc, alla scogliera che i soldati americani scalarono sotto il fuoco nemico con scale di corda munite di ferri uncinati per assaltare le fortificazioni ed i bunker tedeschi posti sopra la falaise, un obiettivo chiave per le forze alleate. Rispetto alla nostra visita di quasi vent'anni fa, molto è cambiato; per proteggere il luogo, i sentieri sono ora delimitati da reti metalliche ed i bunker interdetti al pubblico, ma tuttora, affacciarsi da quelle falesie e immaginare l'inferno di fuoco che si scatenò la mattina del 6 giugno 1944 lascia ancora senza fiato.

Martedì 3 giugno - Da Saint Pierre du Mont percorrendo la N13 raggiungiamo Carentan dove questa mattina nell’ambito del programma per i festeggiamenti del D-Day è stato organizzato un raduno di mezzi militari d’epoca. Camminando per le vie del paese addobbate a festa ci immergiamo nell'atmosfera delle celebrazioni e ci rechiamo in piazza Grand Valnoble trasformata in un museo a cielo aperto con tanti mezzi militari d'epoca: dalle classiche Jeep Willys nei diversi colori a rappresentare i diversi corpi di appartenenza - marina, aviazione, esercito - e nei diversi allestimenti dovuti alla tipologia di servizio – trasporto feriti, unità telegrafica, mezzo del cappellano - ai camion GMC, alle ambulanze. Molta la gente presente, uomini e donne in divisa o in abiti civili dell'epoca, sorridono e si fanno fotografare; un modo per onorare la memoria ed il passato. Lasciamo l’atmosfera festosa di Carentan per ritornare verso il mare e percorrendo a ritroso la N13 raggiungiamo un’altra spiaggia utilizzata per l’operazione Overlord, quella di Omaha Beach su cui è stato installato nel 2004 il monumento “Les Braves”, scultura composta da tre gruppi di elementi metallici che emergono dalla sabbia come ali d'acciaio per rendere omaggio al coraggio e al sacrificio dei soldati alleati caduti durante lo Sbarco. Poco distante, a Colleville sur Mer, visitiamo il cimitero americano. Di fronte a noi, una distesa di croci bianche perfettamente allineate guardano l'oceano e quella stessa spiaggia che costò migliaia di vite umane. Sempre impeccabilmente curato è impressionante per vastità; ospita le tombe di 9.387 soldati statunitensi morti durante il conflitto, mentre i nomi di altri 1.557 militari dispersi sono incisi nel Giardino dei Dispersi. Ad omaggiare i caduti anche alcune rappresentanze di forze armate estere, tra cui un drappello di militari olandesi ed alcuni cadetti della marina francese. Chiudiamo la giornata a Port en Bessin, affascinante cittadina e porto per pescherecci d’alto mare, tuttora in attività. Passeggiando per l’area portuale su cui si affacciano bar e ristoranti, osserviamo un peschereccio prendere il mare mentre a terra alcuni pescatori riparano, come un tempo, le reti a mano. Ritornati verso l’interno, oltrepassiamo Bayeux e ci fermiamo in un’area privata, ospiti di una azienda agricola nella tranquilla campagna normanna, che sarà la nostra base per i prossimi giorni.

Mercoledì 4 giugno - Avendo deciso di lasciare il camper alla fattoria e di spostarci in auto tra le diverse località teatro degli eventi previsti per celebrare l’ottantunesimo anniversario dello Sbarco, ci rechiamo alla stazione ferroviaria di Caen per ritirare alla Europcar l’auto prenotata qualche giorno fa via internet. Ci consegnano una Toyota Yaris; in tarda mattinata lasciamo Caen, per fare ritorno all’area di sosta e parcheggiato il camper, in auto ci rechiamo alla batteria di Azeville, dove nel pomeriggio sono in programma lanci di paracadutisti in tenuta d’epoca. Situata nell’entroterra, invisibile dal mare, Azeville era uno degli elementi chiave del Vallo Atlantico, il sistema di difesa costiera progettato dalla Germania nazista per impedire gli sbarchi alleati. Arriviamo giusto in tempo per assistere alla prima serie di lanci che avvengono in due sessioni con i paracadutisti che si lanciano da un vecchio bimotore ad elica. Entrati nell’area di quelle che erano le fortificazioni tedesche ed intrattenuti da un concerto di un duo che si esibisce in un repertorio di canzoni del dopoguerra attendiamo la seconda serie di lanci. Al termine della spettacolare esibizione, ci spostiamo nella vicina area in cui è stato ricostruito un campo statunitense dove ci viene spiegato quali attività si svolgevano nel campo, mentre all’esterno è stata allestita una bella esposizione di mezzi militari, con jeep, autocarri, sidecar e motociclette in prevalenza americani. Dopo aver assistito ad una cerimonia di commemorazione con la posa di mazzi di fiori da parte di associazioni di veterani, ci spostiamo a St. Marie du Mont dove visitiamo la chiesa di Nostra Signora attorno alla quale c’è un’altra esposizione con molti mezzi tra cui alcuni pezzi rari come un paio di vetture, sidecar e camionette in uso alla Wehrmacht. Sulla via del ritorno, facciamo un'ultima sosta ad Addeville per vedere un campo di rievocazione che mette in scena la vita negli accampamenti americano e tedesco e dove assistiamo anche ad una simulazione di scontro a fuoco fra le due fazioni.

Giovedì 5 giugno - La pioggia che batte senza un attimo di tregua sul tetto del camper e le previsioni meteo che non promettono niente di buono, ci suggeriscono di trascorrere la giornata al coperto. In auto, raggiungiamo Bayeux, essendo nostra intenzione visitare il Memoriale della Battaglia di Normandia e la Cattedrale che però troviamo chiusa a causa di una cerimonia di commemorazione ad invito. Con la pioggia che continua incessante, decidiamo di spostarci a Caen e di dedicare il resto della giornata alla visita del Memoriale. Inaugurato nel 1988, il museo si rivela estremamente interessante; dopo una prima sezione dedicata al primo conflitto mondiale, il percorso espositivo analizza il periodo tra il 1918 ed il 1940, per spiegare attraverso la storia degli anni intercorsi tra le due guerre che cosa ha portato e come si è arrivati alla seconda guerra mondiale. E’ una sezione questa, molto estesa con tantissimi documenti che raccontano l’occupazione nazista in terra francese, la Resistenza e la successiva fase di liberazione con l’intervento di Gran Bretagna e Stati Uniti d’America. Una sezione è dedicata anche alla Normandia ed ai giorni dello sbarco, mentre l’ultima è dedicata alla Guerra fredda, alle tensioni negli anni ’60 tra Usa ed Urss, con una parte dedicata ai tempi più recenti, in cui viene ripercorsa la storia dei conflitti del XX° secolo, dal 1914 fino alla caduta del Muro di Berlino. Una visita avvincente ed interessantissima grazie a quanto è stato esposto: documenti, oggetti, fotografie, durata un intero pomeriggio e che concludiamo quasi all’orario di chiusura quando facciamo ritorno, utilizzando la N13, a Jauye-Mondaye.

Venerdì 6 giugno - Oggi è il giorno del D-Day. Raggiungiamo Arromanches, uno dei luoghi simbolo dell’Operazione Overlord, nome in codice dello Sbarco e camminando per le stradine del borgo straripanti di gente ci rechiamo nella piazza antistante il Musée du Débarquement dove è in corso una cerimonia di commemorazione a cui presenziano soldati olandesi ed inglesi. Scendiamo anche sulla spiaggia dove tra i resti del porto artificiale Mulberry che emergono dalle onde, assistiamo alle dimostrazioni di un mezzo anfibio DUKW che dopo essere stato utilizzato dalle truppe americane nel giugno del ‘44 ed essere transitato per la Gran Bretagna, è successivamente approdato in Italia, ai Vigili del Fuoco di Firenze che lo hanno utilizzato durante l’alluvione del 1966. Un pezzo di storia perfettamente funzionante, di proprietà di un collezionista toscano, che si esibisce entrando e uscendo dal mare, dopo una breve navigazione. In un clima festoso, assistiamo all’esibizione di una banda di cornamuse e nel pomeriggio ci rechiamo all’antico presbiterio, dove nel cortile, accanto ad alcuni mezzi utilizzati dalla RAF è stata allestita la ricostruzione di un campo inglese. Nel presbiterio è stata invece allestita la rappresentazione della vita di un piccolo borgo durante il periodo dell’occupazione tedesca; possiamo vedere una casa occupata dai militari tedeschi con una stanza attrezzata per le trasmissioni di collegamento ed in cui venivano svolte anche mansioni amministrative, un’aula di una scuola ed un paio di negozi. Prima di lasciare Arromanches, ci rechiamo al punto panoramico di Cap Manvieux da cui possiamo vedere l’intera baia di Gold beach, spiaggia in cui sbarcarono le truppe inglesi, da cui proseguiamo per Longues sur Mer, dove visitiamo una delle batterie del Vallo Atlantico, rimasta quasi intatta negli anni, che per la sua posizione strategica avrebbe dovuto difendere la costa dagli attacchi alleati. Costruita dai tedeschi sulla scogliera tra le spiagge di Omaha Beach e di Gold Beach, il 6 giugno 1944 fu sottoposta ad un intenso bombardamento aereo e navale; i quattro cannoni navali a lunga gittata protetti da casematte in cemento armato che avrebbero dovuto respingere l’assalto, resistettero solo poche ore prima di essere conquistati dalle truppe britanniche. Concludiamo la giornata nuovamente a Bayeux, dove ritorniamo per ammirare il magnifico interno della chiesa dell’XI° secolo e gli affreschi rinascimentali della cripta.

Sabato 7 giugno - Sotto la pioggia che da ieri sera non dà tregua, ci rechiamo a Carentan dove era prevista una nuova serie di lanci di paracadutisti ma che a causa della pioggia, delle nuvole basse e del forte vento sono stati annullati. Consultato il calendario delle manifestazioni ci spostiamo a Saint Mère Eglise, villaggio che deve la sua fama a John Steele, un paracadutista americano che rimase impigliato al campanile della chiesa nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944, quando le truppe aviotrasportate americane furono paracadutate sul villaggio. Sulla piazza antistante la chiesa assistiamo alle esibizioni di alcune bande musicali americane prima che la pioggia improvvisamente violenta ci costringa a ripararci all’interno della chiesa di Notre Dame. In un momento di tregua ci rechiamo all’ingresso di camp Jeronimo, riproduzione di un campo americano, ma a causa del tanto fango che richiederebbe l'uso di stivali, rinunciamo e ci spostiamo ad Isigny sur Mer dove è stato organizzato un grande raduno di mezzi militari con successiva sfilata. Attendiamo in auto che la pioggia diminuisca di intensità prima di recarci nella piazza del paese dove vediamo allineati pronti a partire per la sfilata tantissimi mezzi: jeep nelle più disparate versioni, ambulanze, autocarri, autoblindo ed anche tre carri armati Sherman. Con la pioggia che fortunatamente concede una breve tregua vediamo la partenza ed il successivo passaggio nella via centrale di Isigny dell’intera colonna della Liberty Convoy. Quindi facciamo ritorno a Carentan dove ci attende uno dei momenti più sentiti delle celebrazioni: la sfilata dei veterani della seconda guerra mondiale. Sono una ventina i reduci presenti che partecipano alla marcia, spinti su sedie a rotelle; il più giovane ha 98 anni ed il più anziano 104, ma tutti abbastanza vispi a dispetto dell’età molto avanzata, ed è emozionante vederli sfilare tra gli applausi della folla. Dopo di loro, assistiamo alla sfilata di un corpo dell’esercito americano ed in conclusione, alla rievocazione dell’esodo dei civili a cui partecipano centinaia di persone vestite con abiti d’epoca.

Domenica 8 giugno - La prima destinazione odierna è il villaggio di Thaon dove ci rechiamo a vedere, immersa nella quiete del bosco, la chiesa di Saint Pierre, eretta nel XI° secolo ed attorniata da un antico cimitero, che possiamo tuttavia ammirare solo dall’esterno. Poco più avanti, ci fermiamo al castello di Fontaine Henry, bel palazzo rinascimentale dove assistiamo ad un altro evento legato alla commemorazione dello Sbarco. Nel parco sono stati allestiti un piccolo campo tedesco ed uno delle truppe scozzesi, oltre ad un ospedale da campo con attrezzature e personale con divise ed abiti d’epoca; mentre li visitiamo, assistiamo all’arrivo di una sfilata di mezzi d’epoca sia civili, con automezzi utilizzati della Resistenza, che militari. Nel pomeriggio proseguiamo il nostro viaggio nella campagna normanna tra campi di mais e di grano, verso il piccolo borgo di Beuvron en Auge. Molto bello e curato,è costituito quasi interamente da case a graticcio con le facciate decorate da piccoli mattoni o colorate, tutte perfettamente conservate ed adornate di fiori. Passeggiamo per le vie del borgo tra edifici costruiti tra il XVII° ed il XVIII° secolo, che fortunatamente non stati danneggiati dalla guerra, per ammirare in piazza Vermughen, la halle, il salone del mercato, restaurato negli anni '70, che oggi ospita negozi di antiquariato ed il mercato settimanale. Sulla via del ritorno, passiamo dalla costa e dopo aver attraversato Lion sur Mer, Arromanches e Bayeux, ci fermiamo a visitare l’abbazia di Jauye-Mondaye, vasto complesso fondato nel XIII° secolo, con un monastero che ospita una comunità di frati ed una grande chiesa che possiamo visitare solo parzialmente. Essendo la navata centrale in restauro, possiamo solamente ammirare la ricchezza del coro e delle navate laterali.

Lunedì 9 giugno - Lasciata la quiete della fattoria “La ferme froide” raggiungiamo Bayeux e percorrendo la superstrada N13 ci portiamo a Caen dove restituiamo all’agenzia Europcar la Toyota Yaris noleggiata. Prima di abbandonare la città, la nostra curiosità viene catturata da un vasto marchè brocante che si tiene lungo i viali dell'ippodromo; decidiamo di fare un giro tra le bancarelle ma tra abiti usati e cianfrusaglie di un passato non abbastanza lontano, non troviamo nulla di interessante. Ci rimettiamo in viaggio e percorrendo strade dipartimentali poco trafficate, grazie anche alla giornata festiva della Pentecoste, lasciamo la regione del Calvados per entrare nel cuore dei Paesi della Loira. Ci fermiamo ad Angers dove ci rechiamo a visitare l’imponente e stupenda cattedrale di Saint Maurice, capolavoro gotico arroccato sulla collina con superbe vetrate colorate, eretta nell'XI° secolo sui resti di un primitivo edificio romanico. Poi percorrendo il dedalo di viuzze del centro storico ci portiamo al maestoso castello dei Duchi d'Angiò cinto da possenti mura con diciassette torri massicce e quando il sole inizia a calare, lasciamo la città e costeggiando la Loira, ci rechiamo al piccolo villaggio di La Dagueniere.

Martedì 10 giugno - Percorrendo la bella strada panoramica che costeggia il corso del fiume ci spostiamo a Saumur dove visitiamo il parco del castello, palazzo principesco tipico della dinastia dei Valois, ritornato dopo i restauri allo splendore del XV° secolo, che circondato da vigneti domina dall’alto di una collina la valle della Loira. Poi proseguendo lungo il fiume passiamo da Ussè dove vediamo direttamente dalla strada il castello dall'aspetto maestoso e nel contempo armonioso nonostante la sovrapposizione di stili architettonici, con torri eleganti e tetti appuntiti famoso per aver ispirato la fiaba della Bella Addormentata. La tappa successiva è il castello di Azay Le Rideau costruito su un isolotto tra due diramazioni del fiume Indre, che vediamo passeggiando per le viuzze del paese prima di proseguire alla volta di Amboise. A piedi raggiungiamo il centro storico e da qui saliamo all’imponente rocca su cui sorge il castello reale la cui costruzione iniziò nel ‘400 per terminare oltre un secolo dopo. Dopo aver attraversato il parco che dall’alto della collina si affaccia sulla Loira e domina il borgo sottostante, visitiamo la cappella di Saint Hubert decorata con sculture di artisti fiamminghi, che ospita la tomba di Leonardo da Vinci per poi entrare nel palazzo reale, dimora di alcuni regnanti e visitare le diverse sale disposte su due piani, tra cui la grande sala del consiglio, utilizzata dal re per riunire i suoi consiglieri.

Mercoledì 11 giugno - La giornata di oggi doveva iniziare con un'ultima visita, quella al castello di Chenonceaux. Ma la fiumana di gente che vediamo dirigersi verso l'ingresso ed i parcheggi strapieni ci fanno desistere; avendolo già visitato in un precedente viaggio, decidiamo di lasciare la valle della Loira ed i suoi castelli per iniziare il viaggio di ritorno verso casa. Utilizzando strade dipartimentali che attraversano sinuose colline coltivate a mais e a grano, con i campi che si alternano ai pascoli dei tantissimi allevamenti di bestiame presenti nella regione, oltrepassiamo le cittadine di Montrichard, Valencay e St. Amand Montrond, per addentrarci nei fitti boschi dell’Auvergne ed entrare dopo un nuovo cambio di paesaggio, nella regione del Rhône-Alpes.

Giovedì 12 giugno - Nel proseguire il nostro viaggio di ritorno verso casa, optiamo per continuare ad utilizzare la viabilità ordinaria. Attraversiamo la regione del Rhône-Alpes e passando per Saint Etienne, Lione e Grenoble, valichiamo il col del Lautaret per concludere la giornata a Serre Chevalier, località turistica invernale a pochi chilometri da Briancon dove ci fermiamo per goderci l'aria fresca della montagna nella valle della Guisane.

Venerdì 13 giugno - Affrontiamo l’ultimo trasferimento; attraversata Briancon entriamo in territorio italiano dal colle del Monginevro per poi scendere a Susa dove entriamo in autostrada per un rapido ritorno a casa.
 
 
 
 
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