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INDIA - Rajasthan
 
 
" La terra dei Maharaja "

Rajasthan .... La terra dei rajput, i fieri principi guerrieri che in uno scenario naturale difficile ed affascinante hanno saputo costruire templi, fortezze e palazzi, che sorgono, come dal nulla, dalle sabbie del deserto.
Le splendide haveli affrescate dello Shekhawati; i forti ed i palazzi di Jodhpur, l'affascinante città blu; Jaipur, l'elegante città rosa; Jaisalmer, la città dorata che si erge ai margini del deserto; la romantica Udaipur, con i bianchi palazzi adagiati sulle rive del lago, sono solo alcune delle testimonianze di un fulgido e ricco passato in cui la maestosità si contrappone alla semplicità dei piccoli villaggi sperduti nell' immensità del deserto.


Domenica 15 ottobre - In compagnia di Daniela e Roberto, nostri abituali compagni di viaggio raggiungiamo in una piovosa mattina autunnale, l'aeroporto di Malpensa. Al check-in, scopriamo che il volo è in over booking; il personale di terra, in attesa di disposizioni da parte della nostra compagnia di bandiera, ci prega di attendere; trascorsi pochi minuti ci consegna le carte d'imbarco per la business class. Alle 21,45, atterriamo all'aeroporto internazionale Indira Gandhi di Delhi ed in taxi raggiungiamo nel quartiere di Pahar Ganj, l'Hotel Star Paradise, in cui avevo prenotato, tramite internet, le camere per la notte.

Lunedì 16 ottobre - Purtroppo le camere non si sono rivelate all'altezza delle aspettative; le foto pubblicate sul sito internet dell'hotel mostravano stanze in condizioni ben migliori rispetto a quanto trovato in realtà. Decidiamo di recarci all'hotel Chanchal, l'albergo in cui avevamo alloggiato l'ultima volta che eravamo stati a Delhi. Lo troviamo ulteriormente migliorato e decidiamo di trasferirci. Ora possiamo recarci negli uffici della Payal Travel, l'agenzia contattata tramite e-mail per il tour in Rajasthan e Gujarat. Il titolare Pawan Kumar, ci prega di ritornare nel tardo pomeriggio; solo allora potremo visionare l'auto, conoscere il nostro futuro autista e stipulare il contratto di noleggio. Decidiamo di farci portare in risciò alla Jama Masjid, la più grande moschea d'India costruita nel XVII° secolo in arenaria rossa e marmo bianco, per dar modo ai nostri compagni di viaggio per la prima volta a Delhi, di visitarla. Ritornando a Pahar Ganj affrontiamo la calca e la confusione che regna nell'immenso e pittoresco mercato di Chandni Chowk. Siamo impressionati dalla fiumana di gente che cerca di muoversi a piedi ed in risciò nelle strade della vecchia Delhi. I venditori, i dentisti, i barbieri che otto anni fa, vedevamo sui marciapiedi intenti a svolgere le loro attività, sono scomparsi; ogni spazio oggi viene utilizzato per potersi muovere, camminare. Ritorniamo in agenzia, dobbiamo attendere sia mr. Pawan che Ravi Singh, il nostro futuro autista, rimasti imbottigliati nel traffico caotico.

Martedì 17 ottobre - Puntuale con la sua Ambassador, Ravi alle 8 è davanti all'albergo. Lasciamo il centro di Delhi senza grossi problemi di traffico. Non appena ci immettiamo sulla statale che conduce a Jaipur rimaniamo bloccati in un colossale ingorgo, a causa del traffico dei pendolari che si recano al lavoro negli stabilimenti sorti alla periferia della capitale e dei cantieri per la costruzione della nuova autostrada, in buona parte sopraelevata che unirà Delhi a Gurgaon. Dopo Gurgaon, la situazione migliora; anche se abbastanza trafficata l'autostrada che percorriamo fino a Shahpura, ci consente una velocità più sostenuta. Attraverso un dedalo di stradine secondarie, ci addentriamo nella regione dello Shekhawati. Giungiamo a Nawalgarh, tranquilla cittadina in cui si contano centinaia di haveli, le case affrescate dei ricchi mercanti marwari costruite fra il XVIII° ed il XIX° secolo. Depositati i bagagli in albergo, iniziamo la nostra visita percorrendo Tahsil road, strada lungo cui sorgono numerose haveli. Molte sono abbandonate e fatiscenti; ci portiamo nel cuore della città vecchia, per visitare alcune di quelle con gli affreschi meglio conservati: la Bhagton Ki Choti e la Morarka haveli, costruita agli inizi del secolo scorso, i cui cortili interni sono riccamente affrescati con pitture a tema religioso.

Mercoledì 18 ottobre - Dopo aver fatto colazione con Rajesh, il proprietario della pensione, studioso e grande conoscitore della regione, che insieme al padre Ramesh è impegnato nella salvaguardia dei dipinti dello Shekhawati, ci rechiamo a visitare gli altri villaggi, che già nel XIV° secolo erano importanti stazioni commerciali lungo le vie carovaniere provenienti dai porti del Gujarat. Facciamo tappa a Dundlod, piccolo villaggio a sette chilometri da Nawalgarh, per visitare la Goenka haveli, bel palazzo con i cortili interni affrescati e le numerose stanze che vi si affacciano arredate con mobili e suppellettili d'epoca, appartenuti alla famiglia proprietaria del palazzo. Ci rechiamo al forte ora trasformato in hotel, e successivamente al vicino villaggio di Mukungarh. A piedi, per vie polverose, sotto un sole cocente raggiungiamo la Saraf haveli, scortati da una nutrita schiera di ragazzini che si propongono come guide. Con i suoi otto cortili, è una delle haveli più grandi della regione; quasi di fronte sull'altro lato della strada una seconda haveli è affrescata con disegni e colori molto simili, dipinti dai colori vivaci che contrastano con il monotono monocromatismo del paesaggio circostante. Percorrendo strette stradine di campagna, raggiungiamo Mahansar piccolo villaggio rurale che nasconde un tesoro: la stupenda Sone Ki Dukan haveli, una piccola costruzione riccamente affrescata, fatta edificare dalla famiglia Poddar, con uno stupendo soffitto decorato con foglie d'oro. Gli affreschi alle pareti, raffiguranti scene del Ramayana, sono bellissimi, ricchi di particolari estremamente curati. Lungo la via principale del villaggio, si trova il Raghunath Mandir, un tempio dedicato a Brahma, che unico nel suo genere, è affrescato come una haveli. Ritorniamo a Mandawa, a cui dedichiamo il resto della giornata; passeggiamo per il mercato e per le vie cittadine alla ricerca delle numerose haveli e del caratteristico ed imponente pozzo a quattro colonne di Harlalka.

Giovedì 19 ottobre - Ci portiamo a Fatehpur, per vedere e visitare le numerose, ma purtroppo in lento decadimento, haveli costruite in città. Ammiriamo la Nadine Prince, edificio del 1802 riportato all'antico splendore con un accurato lavoro di restauro da una pittrice francese che qui ha creato un centro culturale, la Singhania Jagannath, la Mahavir Prasad Goenka, e la Geori Shankar, tutte purtroppo in condizioni precarie e bisognose di restauri. Lasciamo lo Shekhawati; una bella strada asfaltata con lunghi tratti rettilinei in poco più di due ore ci permette di giungere a Bikaner. Iniziamo la visita della città dal forte di Junagarh, imponente costruzione protetta da mura, eretta nel XVI° secolo dalla dinastia dei Rathore. La visita è consentita solo in gruppo; seppure un poco troppo frettolosamente, ammiriamo le sale utilizzate per le udienze, gli appartamenti privati dei Maharaja e delle Maharani ed il museo allestito nella Diwas I Khas con armi, abiti da cerimonia, foto e trofei di caccia ed un vecchio biplano inglese della prima guerra mondiale. Ci rechiamo quindi al Lallgarh Palace, antica residenza, oggi in parte museo ed in parte hotel e terminiamo la giornata nella vecchia città fortificata, al tempio hindu di Lakshminath e a quello jainista di Bhandasar, dalla cui sommità ammiriamo il tramonto sulla città ed il vicino deserto.

Venerdì 20 ottobre - Stamane si respira, un violento temporale durato tutta la notte ha rinfrescato l'aria. Ci rechiamo a Jaisalmer. Lungo la strada facciamo una breve deviazione per raggiungere Kolayat, villaggio sulle rive di un piccolo lago sacro, dove in minuscoli templi, vivono alcuni sadhu. Accompagnati da una schiera di ragazzini, ci rechiamo ai ghat; le figure colorate ed eccentriche di sadhu e santoni spiccano fra i pochi fedeli in preghiera. Riprendiamo il viaggio, il paesaggio è desertico; fra sabbia e pietre, su cui faticosamente crescono qualche albero e bassi arbusti, pascolano capre, pecore e gazzelle. Giungiamo a Pokaran; visitiamo il forte costruito in arenaria rossa, al cui interno è stato allestito un piccolo e polveroso museo, ed il colorato mercato che si tiene nelle strette vie adiacenti alle mura. Alla periferia di Jaisalmer, Ravi ci propone di proseguire fino a Khuri, nel Desert national park per assistere al tramonto sulle dune di sabbia del deserto del Thar. Raggiunto il parcheggio, veniamo circondati da decine di cammellieri. Lunghe file di turisti, si stanno dirigendo a cammello verso le dune che ci sembrano assai deludenti e troppo turistiche; decidiamo di rientrare a Jaisalmer. Ravi vorrebbe che ci fermassimo a Khuri e ci porta in un resort, molto spartano di un suo conoscente. Nonostante il nostro rifiuto, dobbiamo discutere con l'insistente proprietario del resort, per poter ripartire. Sarà l'unica volta che Ravi, si azzarderà durante l'intero viaggio a portarci in luoghi che non sono stati scelti da noi.

Sabato 21 ottobre - Ci facciamo portare in auto ai piedi dei bastioni eretti a protezione della Cittadella, che dall'alto della collina si staglia imponente sul paesaggio desertico. Attraversati una serie di massicci portali accediamo alla città fortificata; la piazza antistante il Rajmahal ed i vicoli su cui si affacciano case, alberghi e negozi sono affollate, sia da turisti indiani, in vacanza per la festività del Diwali, che da gruppi appartenenti a viaggi organizzati. Solo verso mezzogiorno, quando il caldo diventa opprimente, possiamo passeggiare tranquillamente ed apprezzare le vecchie dimore in arenaria che hanno dato a Jaisalmer l'appellativo di città dorata. Usciti dalla cinta muraria, ci addentriamo nell'animato mercato di Bhatia Bazar; percorriamo l'intreccio di vicoli che ai piedi delle mura conducono a Gandhi Chowk, luogo di incontro per la gente giunta in città dai villaggi limitrofi; le donne bellissime avvolte nei sari colorati sfoggiano i loro gioielli: grossi bracciali, collane, orecchini. Visitiamo alcune delle numerose haveli edificate in arenaria gialla tra il XIX° ed il XX° secolo; ci soffermiamo in particolare alla Nathmar Ki haveli, dalla facciata decorata con elaborati bassorilievi ed alla Patwa Ki haveli dove utilizzando gli arredi dell'epoca, sono stati ricreati gli ambienti a suo tempo abitati da una famiglia di ricchi mercanti.

Domenica 22 ottobre - E' il giorno del Diwali, una festa le cui celebrazioni durano cinque giorni e che è considerata la più allegra fra le feste hindu. Questa sera al calare del sole, sugli usci delle case verranno accesi lumi e candele per indicare a Rama la strada di casa; uno spettacolo singolare ed affascinante, che con il buio in un clima di euforia sempre maggiore lascerà il posto a spettacoli pirotecnici, allo scoppio di petardi, mortaretti e fuochi artificiali.
Lasciamo Jaisalmer e ripercorriamo fino a Pokaran la strada fatta in precedenza; le strade sono deserte, non c'è assolutamente traffico e nei villaggi che attraversiamo i negozi sono chiusi e le attività ferme, nessuno è in strada. Ravi ci spiega che oggi è il giorno in cui la gente resta in famiglia e non si muove di casa; chi doveva recarsi dai parenti ha viaggiato nei giorni scorsi. Il paesaggio è ora desertico; piccole dune sabbiose ricoperte da qualche arbusto, ci ricordano che siamo nel deserto del Thar. Giunti a Jodhpur, ci rechiamo subito al forte di Meherangarh, imponente edificio considerato il forte più bello dell'intero Rajasthan. Nel biglietto d'ingresso è compreso il noleggio di audioguide, trasmittenti che in varie lingue, tra cui l'italiano, in modo esauriente e mai noioso, raccontano storie ed aneddoti ed illustrano l'intero percorso visitativo. Superati sette massicci portali, accediamo all'interno del forte, costituito da una serie di cortili e palazzi, tra cui la residenza privata del Maharaja e lo zenana, l'area che nei palazzi rajput, era riservata alle donne e da dove esse potevano osservare la vita di corte attraverso finestre protette da pannelli di pietra traforata. Impieghiamo circa tre ore, per completare la visita, estremamente interessante, che terminiamo con una passeggiata sui bastioni fra vecchi cannoni posti a difesa del forte e da cui si può ammirare lo splendido panorama sulla città blu. Lasciato Meherangarh, raggiungiamo lo Jaswant Thada, mausoleo del maharaja Jaswant Singh II, costruito nel 1899 in marmo bianco. E' sera, quando ci mettiamo alla ricerca di un albergo; in città ci sono molti turisti, e parecchi hotel sono al completo. Dopo una laboriosa ricerca, ci sistemiamo al Residency, pretenzioso hotel per turisti indiani.

Lunedì 23 ottobre - Di primo mattino, quando il traffico è ancora scorrevole, ci spostiamo in auto nella città vecchia alla ricerca di un hotel più consono alle nostre esigenze. Troviamo posto alla Haveli Guesthouse, un magnifico palazzo del XVIII° secolo, situato nel cuore del centro storico, ai piedi del forte e a pochi passi dalla Torre dell'Orologio e dal mercato. Riprendiamo la visita di Jodhpur, recandoci all'Umaid Bhawan Palace, l'attuale residenza del Maharaja. Il palazzo terminato nel 1944, ospita anche un museo, in cui sono esposte fotografie, arredi, soprammobili ed oggetti di proprietà della famiglia reale. Abbiamo in programma di visitare alcuni villaggi Bishnoi. Ravi non conosce la zona e ad ogni villaggio attraversato è costretto a chiedere informazioni per cercare di raggiungere i posti da visitare. Al piccolo lago di Guda Bishnoi, sulle cui sponde nidificano molte varietà di uccelli, contattiamo un anziano signore che si presta a farci da guida. Ci conduce nel vicino villaggio di Khejadali, dove un piccolo tempio ricorda il sacrificio di 363 persone uccise dalle guardie del Maharaja, e dove ospiti di una famiglia del villaggio, abbiamo l'opportunità di visitare la loro capanna. Ci prepara anche una bevanda a base di oppio pestato e miscelato con acqua, che versato nel palmo della mano disposta a coppa, viene solitamente bevuta durante i matrimoni o in occasioni particolari. Nel villaggio di Salawas, conosciuto per la produzione dei dhurrie, tipici tappeti artigianali; assistiamo ad alcuni momenti della tessitura su rudimentali telai in legno. Riusciamo a vedere anche alcuni esemplari di antilope cervicapra, animali caratterizzati da lunghe corna spiraliformi, che vivono nel deserto. Nel pomeriggio rientriamo a Jodhpur; passeggiamo per gli stretti ed affollati vicoli che portano ai piedi del forte, ai quartieri di Naushakya e Brahmapuri, fra case e palazzi dipinti di azzurro ed indaco.

Martedì 24 ottobre - Dopo aver fatto colazione sulla terrazza dell'albergo ed ammirato lo spettacolo offerto dal forte illuminato dai primi raggi di sole, ci addentriamo in Sardar market, l'animato mercato della città vecchia al centro del quale sorge la Torre dell'Orologio. In auto attraversiamo la città per imboccare la strada che conduce a Pali e che collega il Rajasthan con il Gujarat. Il traffico che negli ultimi giorni in concomitanza con il Diwali si era drasticamente ridotto, è oggi particolarmente intenso. Lasciata la statale, ci dirigiamo su strade secondarie a Ranakpur, dove ai piedi dei monti Aravalli sorge uno dei complessi di templi jainisti più importanti di tutta l'India. Fa molto caldo; ci concediamo un bagno rigenerante nella piscina dell'hotel e solo nel pomeriggio, con una temperatura più accettabile, ci rechiamo a visitare i templi; su tutti emerge per bellezza e maestosità, Chaumukha Mandir, il tempio principale. Dedicato ad Adinath fu eretto nel 1439 ed è costituito da ventinove sale e 1444 colonne di marmo bianco finemente lavorate, tutte diverse tra loro.

Il resoconto da mercoledì 25 a martedì 31 ottobre si trova nella sezione India - Gujarat

Mercoledì 1 novembre - Ci spostiamo a piedi per le turistiche vie della romantica Udaipur. Un insieme di negozi, ristoranti, hotel che mal si accompagnano con la tranquillità del lago. Iniziamo la nostra visita dal City Palace, imponente palazzo trasformato in museo, dove trascorriamo l'intera mattina, anche a causa della presenza di tantissimi turisti. Nel pomeriggio passeggiamo per le vie della città; da Delhi Gate dove si tiene un pittoresco mercato, in cui i contadini vendono i prodotti dei loro campi, ci dirigiamo agli empori statali di Chetak Circle dove Adriana e Daniela effettuano alcuni acquisti. Prima di rientrare, scendiamo sulle rive del lago Pichola; il sole è tramontato e nell'oscurità che avanza velocemente ci soffermiamo ad osservare alcune donne intente a porgere alle scure acque del lago, piccole scatole contenenti lumini votivi accesi.

Giovedì 2 novembre - Mentre Daniela e Roberto preferiscono rimanere in hotel, io ed Adriana, usciamo all'alba per recarci nuovamente al lago Pichola. Ci portiamo al Gangaur ghat; nel silenzio mattutino, uomini e donne sono impegnati nelle abluzioni mattutine, a lavare i panni e a portare offerte al vicino tempio. Rientrati in hotel, ci ritroviamo con i nostri compagni di viaggio; ci rechiamo a visitare la Bagore Ki Haveli, elegante costruzione del XVII° secolo, oggi trasformata in museo, dalle cui terrazze si gode una vista interessante sul lago Pichola ed i ghat sottostanti. Impieghiamo tutta la mattina nella visita del palazzo, che consta di 138 stanze e che oltre al museo, ospita una galleria d'arte. Terminata la visita ci rifocilliamo alla German bakery, pasticceria in cui si servono ottimi dolci, prima di scendere nuovamente al lago, ed affittare un pedalò a quattro posti per un'escursione. Effettuiamo il periplo di Jagniwas Island, isolotto al centro del lago su cui sorge il Lake Palace, un tempo residenza estiva dei Maharaja ed oggi lussuoso hotel reso celebre dal film "Octopussy - Operazione piovra". Al tramonto, ci rechiamo all'Hanuman ghat, per ammirare il City Palace illuminato dagli ultimi raggi di sole.

Il resoconto da venerdì 3 a domenica 5 novembre si trova nella sezione India - La fiera di Pushkar

Lunedì 6 novembre - C'è animazione nelle strade di Pushkar; molti pellegrini devono ancora lasciare la città dopo la Camel Fair. Allontanandoci in auto dalla città ne vediamo alcuni che marciando di buon passo stanno facendo rientro, a piedi, al proprio villaggio. Ci fermiamo ad Ajmer il più importante luogo di pellegrinaggio musulmano in India, per visitare il Dargah di Khwaja Muin-ud-din Chishti, la tomba di un santo sufi da cui prende il nome. Superata la prima porta, dove alcuni guardiani controllano che l'abbigliamento di chi entra sia consono al luogo, una serie di cortili costruiti in tempi diversi, portano oltre che alla tomba del Profeta, a moschee, scuole religiose ed ai grandi calderoni in metallo in cui vengono cucinati i cibi da distribuire ai poveri. Ci sono molti pellegrini; un mondo vario e variegato. Noi infedeli, forse unici occidentali, siamo presi d'assalto dai khadim, uomini che ostentando un registro con le offerte ci sollecitano e chiedono ripetutamente del denaro. Ritornando verso l'auto, percorriamo la lunga via d'accesso al mausoleo, fiancheggiata da negozi in cui i fedeli acquistano offerte e fiori da portare al tempio. Ci rimettiamo in viaggio. La strada attraversa ora zone prettamente agricole, da Nasirabad raggiungiamo Kekri e superato il ponte sul fiume Bausas, ci dirigiamo a Tonk. Siamo diretti a Sawai Madhopur, cittadina nelle cui vicinanze è situato il Rathambore National Park, un parco dove sono ancora presenti alcuni esemplari di tigre. Cerchiamo di prenotare, sia tramite l'ufficio prenotazioni (RTDC) che con un'agenzia privata, una jeep per visitare il parco in tutta tranquillità; a sera ci comunicano che potremo visitare il parco esclusivamente a bordo di un "canter", pulmino da venti posti completamente scoperto, insieme ad altri visitatori.

Martedì 7 novembre - Il mezzo che doveva passare a prenderci all'hotel arriva con notevole ritardo; ha già fatto il giro degli alberghi per prelevare gli altri passeggeri e noi siamo fra gli ultimi a prendere posto. Fa freddino e c'è molta umidità. In pochi minuti raggiungiamo l'ingresso del Rathambore National Park; fermi in attesa del controllo dei documenti ci sono altri due "canter". Terminate le formalità, i mezzi vengono fatti partire e praticamente in convoglio, imbocchiamo una pista sterrata che segue il corso di un torrente in secca. La pista si inoltra nella boscaglia; procediamo lentamente nella polvere sollevata dal mezzo che ci precede. Sul ciglio della pista vediamo una gazzella appena uccisa, sugli alberi circostanti le scimmie urlano e schiamazzano. Il ranger che accompagna ogni "canter" dice che è stata uccisa probabilmente da un leopardo nascosto nelle vicinanze. Rimaniamo per una ventina di minuti, in silenzio, nei pressi del corpo dell'animale per vedere se il predatore disturbato dal nostro arrivo, ritorna dalla sua preda. Non accade nulla; riprendiamo il giro. Entriamo in una vallata circondata da colline coperte da una fitta vegetazione. Gli unici animali che riusciamo a vedere sono antilopi e gazzelle che pascolano tranquillamente e piccoli coccodrilli che infestano un bacino artificiale. Facciamo a ritroso la pista appena percorsa fermandoci saltuariamente per vedere uccelli o antilopi. Dopo tre ore usciamo dal parco; di predatori neanche l'ombra. Impolverati e delusi, non tanto per non aver visto le tigri, che sono assai difficili da trovare, ma per il posto non particolarmente affascinante e per il sistema con cui vengono gestiti gli accessi al parco, ritorniamo in hotel. Dopo una doccia ed uno spuntino, siamo pronti per ripartire. Utilizzando strette strade secondarie molto sconnesse che attraversano piccoli villaggi rurali, raggiungiamo Jaipur, la città rosa.

Mercoledì 8 novembre - Ravi che quando non è in viaggio, risiede a Jaipur, alle 8,30 è al nostro hotel. Ci rechiamo al forte di Amber, distante una decina di chilometri da Jaipur. Imponente ci appare all'improvviso. Mentre gruppi di turisti sono in coda per raggiungerlo a dorso di elefante, noi preferiamo fare una breve passeggiata; in pochi minuti superate le mura ci ritroviamo nel grande cortile antistante il forte. Più simile ad un palazzo, è costituito da quattro cortili principali attorno a cui si sviluppano vari edifici: dalla sala delle udienze, agli appartamenti del maharaja, dalla sala delle vittorie impreziosita da pietre e piccoli specchi, che creano fantastici scintillii e giochi di luce, agli zenana, gli appartamenti delle donne. Passiamo l'intera mattina ad Amber; rientrando a Jaipur, ci fermiamo a visitare i Cenotafi reali di Gatore, tombe e mausolei in marmo bianco in cui sono sepolti numerosi Maharaja. Il pomeriggio lo dedichiamo al City Palace, vasto complesso di cortili, giardini, padiglioni e palazzi che ospitano numerosi musei, attuale residenza del Maharaja di Jaipur, che sorge nel cuore della città rosa. Usciti dal palazzo, camminando per le strade gremite di gente, assistiamo al passaggio di una folkloristica e pittoresca processione con animali, portatori di candelabri, bande musicali, santoni e fedeli appartenenti alla setta degli Are Khrisna.

Giovedì 9 novembre - Ci facciamo portare nuovamente nella parte vecchia di Jaipur per visitare l'Hawa Mahal, il palazzo dei venti, l'edificio più famoso della città, eccezionale esempio dell'architettura rajput, che permetteva alle donne di corte di osservare la vita quotidiana e le processioni che si svolgevano in città, senza essere viste. Ci muoviamo a piedi per le vie piene di negozi, ci "perdiamo" nei diversi mercati: il Bapu Bazar, in cui si vendono tessuti, il Johari Bazar, il mercato dei gioielli, il Tripolia bazar con i negozi di casalinghi e ferramenta ed il Chandpol Bazar, dove laboratori artigiani lavorano la pietra e scultori incidono lapidi per le tombe dei defunti e scolpiscono statue. Al termine del nostro giro, ci rechiamo all'Osservatorio astronomico, lo Jantar Mantar, complesso di giganteschi strumenti del XVIII° secolo utilizzato per studi e calcoli astronomici.

Venerdì 10 novembre - Anche stamane usciamo da soli; Daniela e Roberto preferiscono rimanere in hotel. Passiamo parte della mattina nelle vie commerciali intorno a Mirza Ismail road ed a Station road. Alle 11 Ravi è al nostro hotel; rientriamo a Delhi. Il viaggio procede tranquillo fino a Gurgaon, dove incappiamo nel solito ciclopico ingorgo dovuto ai lavori per la costruzione della nuova autostrada. In città, ci rechiamo negli uffici della Payal Travel, dove ci congediamo da Ravi e Pawan e rientriamo all'hotel passeggiando tranquillamente per il mercato di Pahar Ganj.

Sabato 11 novembre - E' il nostro ultimo giorno di permanenza in India. Da tempo Adriana e Daniela, mi chiedono di dedicare questa giornata allo shopping. E così trascorriamo la giornata tra gli State Emporium di Baba Kharak Singh Marg, il vasto e fornitissimo Cottage Emporium di Janpath Marg, l'adiacente mercato tibetano ed i negozi di Connaught Place. Prima di ritornare in hotel, ci rechiamo alla stazione ferroviaria per prenotare il taxi, che ci dovrà portare in aeroporto. Dopo un estenuante attesa per superare gli interminabili controlli per la sicurezza, a notte fonda ci imbarchiamo sul volo Alitalia diretto a Malpensa.
 
 
 
 
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