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"L'Arte Bianca"
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CINA - Fujian
 
 
" I tolou, le case fortezza degli Hakka "

Un viaggio nelle provincie orientali del Regno di Mezzo, tra storia e modernità, attraverso antichi villaggi d'acqua, semplici borghi contadini, caratteristici tulou fortificati e città proiettate al futuro.
Da Shanghai, metropoli simbolo della Cina moderna ad Hong Kong, città-stato ricca ed opulente, scintillante e lussuosa, brulicante di veicoli e di persone, attraversando le provincie dello Jiangsu, importante crocevia fluviale di cui sono rimasti a testimonianza i caratteristici "villaggi d'acqua"; dello Jiangxi e dell'Anhui, regioni agricole con antichi villaggi huizhou dalle case tradizionali imbiancate a calce; dello Zhejiang, caratterizzato da storiche cittadine fluviali e da piccoli villaggi montani nascosti in strette valli e del Fujian, con gli imponenti tulou, le abitazioni a pianta circolare degli Hakka, che disseminati come fortini medioevali, rivelano un aspetto insolito della vita cinese.


Il resoconto da domenica 19 ottobre a mercoledì 5 novembre si trova nella sezione Cina : Anhui - Jiangxi - Zhejiang

Giovedì 6 novembre - Sveglia all'alba per poter giungere in tempo utile, dopo una breve camminata, alla vicina autostazione di Hubin, dove alle 7,10 è prevista la partenza dell'autobus per Liulian. Siamo diretti nel distretto di Yongding, punto nevralgico degli insediamenti degli Hakka, etnia originaria della Cina del Nord, che intorno al 300 d.C. durante la dinastia Jin, per sfuggire a persecuzioni e carestie, iniziò una progressiva migrazione verso sud. Fra le colline di questa area rurale, utilizzando terra, trucioli di legno, listelli di bambù e con la funzione di collante, il riso, costruirono i tulou, imponenti case-fortezza, strutture a più piani che potevano ospitare centinaia di persone. Lasciamo la città già in pieno fermento, percorrendo la trafficata strada a doppia carreggiata, che collega Xiamen ed i centri della costa con l'entroterra attraverso un susseguirsi pressochè ininterrotto di grossi centri urbani. In ogni città attraversata, ci colpisce la quantità di complessi immobiliari in costruzione, enormi palazzi di venti/trenta piani, che in un cantiere edile pressochè continuo contendono il poco terreno ancora disponibile, alla campagna. Lasciata la pianura, la strada comincia a salire verso i primi contrafforti montani dapprima fra vaste coltivazioni di banane e successivamente, salendo di quota, tra foreste di bambù e crinali coltivati a the. Addentrandoci nella valle, nelle vicinanze di isolati insediamenti rurali, cominciamo a vedere i primi tulou. Alle 11 siamo a Liulian; scesi dall'autobus, unici turisti occidentali, veniamo accolti dal faccendiere del posto, il proprietario del Backpacker Station, un misero alberghetto che ha la fortuna di trovarsi di fronte alla fermata dei mezzi pubblici. Situazione di cui il tipo, grazie anche all'aiuto della figlia che parla inglese, approfitta, non solo per cercare di indirizzare chiunque non parli cinese, al proprio albergo, asserendo che non ci sono in paese altre sistemazioni alberghiere, ma anche nell'imporre, in modo estremamente convincente, ai suoi conpaesani, tariffe superiori in modo da avere sempre e comunque il proprio tornaconto economico. Non senza fatica riusciamo a liberarci della presenza, sua e della figlia, ancora più insistente ed a sistemarci nell'hotel, da noi scelto, ad un prezzo ben differente da quello che voleva imporre a noi e ai compiacenti proprietari. Depositati i bagagli, usciamo a piedi per raggiungere il vicino gruppo di tulou che fanno capo all'area turistica di Hongkeng. Pagato l'ingresso seguiamo il corso del fiume fino a raggiungere lo Zhencheng Lou, imponente costruzione di forma circolare, risalente al 1912, formata da due aree concentriche che ospitano 220 stanze e che conserva nella zona centrale una sala ancestrale in cui si svolgevano le cerimonie. Attraversato il ponte, altre case fortezza: il Jingang Lou, il Kuiju Lou, costruito a pianta quadrata nel 1834, il piccolo e tondo Rusheng Lou ed il Fuyu Lou, imponente edificio di cinque piani, di forma rettangolare, edificato insieme ad altri piccoli tulou a pianta quadrata, che costituivano il nucleo centrale del vecchio villaggio, sulle sponde del fiume Zhangxi.

Venerdì 7 novembre - Ieri sera, al ristorante dove abbiamo cenato, abbiamo preso accordi con la proprietaria, una ragazza giovane ed intraprendente che parla inglese, per noleggiare per la giornata odierna la moto-taxi guidata dal padre. Alle 8 siamo di fronte al locale ed in tre su una moto, cosa del tutto normale da queste parti, ci dirigiamo ai tulou di Tianloukeng, distanti una trentina di chilometri. Purtroppo il tempo non è bello, siamo circondati da nuvole basse a cui fa compagnia un vento gelido. Acquistati i biglietti che ci consentono di accedere alla zona, il nostro taxista ci porta al Belvedere, il punto panoramico situato sulla collina prospicente che permette di ammirare dall'alto il complesso dei tulou, cinque grandi edifici, a pianta circolare, quadrata ed ovale. Seguendo il sentiero che si inoltra nella fitta vegetazione scendiamo alle case-fortezza, costruite una a ridosso dell'altra; entriamo all'interno degli edifici, che pur essendo molto simili, presentano particolarità costruttive differenti. Il luogo è molto frequentato e gli abitanti dei tulou di Yuchang Lou, Buyun Lou e Wenchang Lou approfittando di questa opportunità, hanno trasformato le stanze situate al piano terra in negozi di souvenir, in locali per la degustazione e la vendita di the proveniente dalle coltivazioni sulle colline o in semplici punti di ristoro in cui vengono serviti piatti locali. Dopo aver esplorato, camminando nei vicoli, gli angoli più reconditi del villaggio, ritorniamo al parcheggio dove è rimasto ad attenderci il nostro taxista. Lasciamo Tianluokeng; lungo il tragitto, facciamo sosta a Taxia, minuscolo borgo, in cui, oltre al Shunqing Lou merita una visita il Tempio degli Antenati della famiglia Zhang, costruzione circondata da ventitre pietre a forma di lancia, scolpite ed intagliate, erette per celebrare le gesta degli abitanti più importanti del villaggio. Quando arriviamo a Gaobei, negli spiazzi antistanti i tolou c'è parecchia animazione, per la presenza di numerosi gruppi di turisti cinesi; ne approfittiamo per fare un giro per le strade del paese e coglierne gli aspetti legati alla vita quotidiana, solo a metà pomeriggio, quando la presenza di turisti si è notevolmente ridotta, iniziamo la nostra visita. Anche qui, tre belle e maestose costruzioni: entriamo nel Chengqi Lou, una delle più antiche case-fortezza, abitata dagli Hakka sin dal 1709. Disponendo di oltre quattrocento stanze, protette da mura perimetrali spesse più di due metri, poteva ospitare mille persone; costruita ad anelli concentrici presenta nella parte più interna, un tempio. Proseguiamo con uno dei più recenti, il Qiaofu Lou, di forma rotonda, costruito nel 1962, dotato di novanta stanze su tre livelli; il Yijing Lou, enorme struttura con 281 stanze, costruita nel 1851 ed oggi in rovina ed infine due tulou a pianta quadrata, il Shize Lou ed il Wuyun Lou. Avendo lasciato libero il nostro autista, rientriamo a Liulian a piedi; una piacevole camminata di quattro chilometri, attraverso piccoli insediamenti rurali, con tulou purtroppo in rovina ed adibiti ora a ricovero per gli animali.

Sabato 8 novembre - Al ristorante, ieri sera, ci eravamo accordati per il noleggio di un auto, avendo in programma, per la giornata odierna la visita alle aree di Chuxi e Nanxi, località situate sulle colline ed assai più distanti. Con il senno di poi, una scelta sicuramente azzeccata, sia per la distanza che per le condizioni meteo, odierne. Il nostro autista è questa volta, il marito della giovane proprietaria del ristorante, che, in primis, ci conduce al complesso dei tulou più lontano, quello di Chuxi. Sotto una fitta pioggia, saliamo al Belvedere posizionato sulla collina prospicente il borgo, da cui si può ammirare l'incredibile quantità di case-fortezza, di ogni forma e dimensione, presenti nel villaggio. Ridiscesi al fiume che scorre a fondovalle, i tulou ci appaiono e ci sovrastano in tutta la loro imponenza: di fronte a noi, il Gengqing Lou, affiancato dallo Yuging Lou, mentre un poco più in alto, sul crinale, si stagliano la massiccie costruzioni del Jinqing Lou e del Hongqing Lou. Essendo l'area, al di fuori degli itinerari solitamente percorsi dai frettolosi gruppi di turisti cinesi, la tranquillità regna sovrana. Il villaggio e l'interno dei tulou stessi, ci appaiono silenti e sonnolenti; è grazie a questa tranquillità, che ci è consentito accedere ai piani superiori degli edifici, da cui si ha una visione panoramica dei padiglioni ospitati nei cortili interni. Visitiamo il piccolo ma interessante museo allestito in alcune delle sale dei piani inferiori e dopo aver effettuato un giro per i vicoli deserti, facciamo ritorno all'auto, per dirigerci all'agglomerato di Nanxi, altro piccolo e tranquillo villaggio che racchiude al suo interno quattro tulou: Zhenfou Lou, Yanxiang Lou, Huanji Lou e Dongcheng Lou. Rientrando a Liulian, facciamo un ultima sosta alla torre di Qiaotou; costruita sul crinale di una collina, consente di ammirare il panorama della vallata, caratterizzato da boscosi pendii, risaie terrazzate e tulou, che a noi purtroppo appaiono offuscati da pioggia e nuvole basse.

Domenica 9 novembre - Partiamo da Liulian con l'autobus delle 7,45 per fare ritorno a Xiamen. Percorsa a ritroso la strada dell'andata, alle 11,15 siamo in città; ci facciamo lasciare nei pressi di una fermata delle linee della sopraelevata e con un autobus della BRT ci dirigiamo direttamente alla stazione ferroviaria della linea ad alta velocità per acquistare i biglietti per uno dei tanti treni giornalieri diretti a Shenzhen. Nonostante ci siano ancora dieci treni in partenza, ognuno con 1.200 posti a sedere, numeri che ci danno un'idea di quale movimento di passeggeri ci sia ogni giorno, non ci sono più posti disponibili; dobbiamo rinviare la partenza a domani mattina. Ritorniamo in centro e scendiamo a Si Bei Station, la stessa fermata utilizzata qualche giorno fa per raggiungere la stazione degli autobus di Hubin. A poche decine di metri dalla sopraelevata vediamo l'hotel Home Inn; essendoci disponibilità, depositiamo i bagagli e dalla fermata posta di fronte all'hotel, con un autobus urbano (n.15) raggiungiamo il tempio buddhista di Nan Pu Tuo. Fondato un migliaio di anni fa, è stato distrutto e ricostruito più volte nel corso dei secoli; passeggiando fra la vegetazione dei vasti giardini interni situati sul pendio della collina, visitiamo i padiglioni del Sovrano Celeste, del Grande Tesoro Eroico e della Grande Compassione, affollati di fedeli in raccoglimento di fronte a statue di Buddha rappresentato nelle diverse raffigurazioni. Terminiamo la giornata, ritornando a piedi verso l'hotel; percorrendo Siming Lu, raggiungiamo il centro storico, un intricato insieme di vicoli che costeggiando antichi ed un poco fatiscenti palazzi coloniali, scendono verso il mare.

Lunedì 10 novembre - Ci rechiamo alla vicina fermata per prendere sulla sopraelevata l'autobus BRT diretto alla stazione nord. C'è molto traffico, i mezzi sono affollati di adulti e ragazzi che si stanno recando, al lavoro o a scuola. Dopo quasi un'ora di viaggio siamo al terminal invaso da una fiumana umana; pazientemente affrontiamo la coda per i controlli di sicurezza e passati i bagagli ai raggi X, ci dirigiamo alla banchina riservata al convoglio D 2313 delle 8,50. La parte iniziale del viaggio è un susseguirsi ininterrotto per decine e decine di chilometri di cittadine e di aree industriali; solo avvicinandoci a Shenzhen, fra piccoli centri urbani in cui è ben identificabile il nucleo del vecchio centro storico a cui nel tempo si sono aggiunte moderne case squadrate, si fa largo qualche scampolo di campagna coltivata a ortaggi e banane. Alle 12,30 siamo alla stazione di Shenzhen, utilizzando la linea quattro della metropolitana raggiungiamo il valico di frontiera di Futian Checkpoint. In coda, in attesa del controllo dei documenti, una fila chilometrica di cittadini cinesi. Superate le formalità doganali alla frontiera cinese, situata all'interno dell'edificio della metropolitana ed attraversato su un ponte coperto, il fiume che funge da linea di confine, ci troviamo ad affrontare un altra chilometrica coda, quella per espletare le formalità d'ingresso ad Hong Kong. Tramite la ferrovia urbana e la metropolitana, utilizzando linee diverse (azzurra, verde, rossa e blu) giungiamo a Causeway Bay; da Tower Place con un autobus urbano (n.592) in una decina di minuti attraversiamo l'intera isola per raggiungere sul versante meridionale di Hong Kong Island, Ap Lei Chau, isolotto che funge da barriera protettiva al colorato porto di Aberdeen. Ci rechiamo all'hotel in cui abbiamo la prenotazione per i prossimi giorni, nella speranza, essendo giunti con un giorno di anticipo, di ottenere una sistemazione anche per questa notte. L'hotel è al completo; non ci resta che trasferirci in un altro albergo della stessa catena, situato nel quartiere di Kowloon, nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria di Hung Hom.

Il resoconto da martedì 11 a domenica 16 novembre si trova nella sezione Hong Kong - Macao

 
 
 
 
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